La Stagione 2017-2018 chiude nel segno di Gioachino Rossini con la messinscena di Semiramide
e con l’esposizione della partitura autografa che riporta le impronte digitali di Rossini, partitura recentemente restaurata grazie al sostegno di Assicurazioni Generali e Generali Italia con il progetto Valore Cultura
La Stagione Lirica e Balletto 2017-2018 della Fondazione Teatro La Fenice si chiude nel segno di Gioachino Rossini: è con un nuovo allestimento di Semiramide e con l’esposizione della sua partitura autografa restaurata che nel mese di ottobre 2018 si concluderà infatti l’anno rossiniano, dedicato al pesarese nel centocinquantesimo anniversario della morte. Melodramma tragico in due atti su libretto di Gaetano Rossi, Semiramide sarà in scena in una nuova produzione firmata dalla giovane ma promettente regista Cecilia Ligorio, con le scene di Nicholas Bovey, i costumi di Marco Piemontese, le luci di Fabio Barettin e i movimenti coreografici di Daisy Ransom Phillips. Riccardo Frizza dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice, con Claudio Marino Moretti maestro del Coro.
Alla prima di venerdì 19 ottobre ore 19.00 – che sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3 – seguiranno quattro repliche, il 21, 23, 25 e 27 ottobre; la mostra incentrata sulla partitura originale, allestita in Sala Ammannati, sarà invece aperta dal 16 al 27 ottobre in occasione delle recite dell’opera e durante le visite al Teatro: nelle giornate del 26 e 27 ottobre l’accesso sarà gratuito per i residenti della metropolitana di Venezia.
La messinscena di Semiramide e l’esposizione della partitura originale autografa di Gioachino Rossini sono iniziative inserite nel calendario italiano dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, pubblicato sul sito www.annoeuropeo2018.beniculturali.it.
Nel cast del nuovo allestimento feniceo di Semiramide figureranno il soprano Jessica Pratt nel ruolo della regina di Babilonia; il contralto Teresa Iervolino nel ruolo del comandante Arsace; il basso Alex Esposito nel ruolo del principe Assur; inoltre il mezzosoprano Marta Mari interpreterà la principessa Azema; il tenore Enea Scala, il re dell’Indo Idreno; il basso Simon Lim, il capo dei magi Oroe; Enrico Iviglia il capitano delle guardie reali Mitrane; infine Francesco Milanese sarà l’ombra di Nino.
Semiramide, proposta con sopratitoli in italiano e in inglese, sarà in scena venerdì 19 ottobre 2018 ore 19.00 (turno A), domenica 21 ottobre ore 15.30 (turno B), martedì 23 ottobre ore 19.00 (turno D), giovedì 25 ottobre ore 19.00 (turno E) e sabato 27 ottobre ore 15.30 (turno C). La recita di giovedì 25 ottobre sarà trasmessa in diretta su www.culturebox.fr, su France 2 e su Mezzo (Tivùsat canale 49).
La partitura autografa originale, realizzata interamene da Rossini e conservata nell’Archivio storico del Teatro La Fenice, è stata recentemente sottoposta a un intervento di restauro: dal 17 al 28 ottobre 2018 sarà possibile ammirarla nella Sala Ammannati del Teatro La Fenice, nell’ambito di un piccolo ma prezioso allestimento realizzato in concomitanza con la messinscena dell’opera. Insieme al manufatto, l’esposizione – dal titolo Semiramide: carta, musica e memoria – si arricchirà di alcuni supporti digitali che permetteranno la visione integrale della partitura e offriranno anche la possibilità di conoscere alcune curiosità. Si potranno, ad esempio, osservare da vicino le due impronte digitali, lasciate dallo stesso Rossini tra le righe del pentagramma durante la fase di scrittura dell’opera, che sono state individuate e messe in sicurezza durante le operazioni di restauro del manoscritto. Oppure si potrà ammirare un documento di grandissimo interesse ritrovato in Archivio storico e in particolare nel carteggio della sovrintendenza ai tempi di Semiramide: nel prezioso foglio si attesta che i coniugi Rossini, durante la stagione 1822-1823 del Teatro La Fenice, abitarono a Venezia per quasi cento giorni, dal 3 dicembre 1822 al 19 marzo 1823, soggiornando in un alloggio «posto in contrada di Santa Maria Zobenigo in corte Luisella al N. 1911»: fu questa probabilmente l’ultima residenza dei Rossini prima della loro partenza per Parigi.
Oltre alla Fondazione Hruby – sponsor tecnico della mostra come fornitore della teca e del sistema di sicurezza che custodiscono l’opera –, il progetto è realizzato grazie al sostegno e con il coinvolgimento di Assicurazioni Generali e Generali Italia, che con il progetto Valore Cultura promuove l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano per renderle accessibili a un pubblico sempre più vasto e trasversale che va dai ragazzi delle scuole, alle famiglie e a un pubblico più adulto, con lo scopo di creare valore condiviso. In quest’ambito, contestualmente all’allestimento della mostra, per avvicinare i più giovani al mondo del teatro lirico sono previsti workshop gratuiti dedicati ai ragazzi delle scuole superiori.
Semiramide fu composta per il Teatro La Fenice – dove debuttò il 3 febbraio 1823 – poco prima che Gioachino Rossini lasciasse definitivamente l’Italia alla volta di Parigi: è infatti l’ultima delle sue trentaquattro opere composte espressamente per i palcoscenici italiani. Il marchigiano cominciò a comporla a trent’anni, nel novembre del 1822, su commissione del Teatro veneziano. Il riferimento con Tancredi è obbligato: sono passati dieci anni, il committente e il teatro del debutto sono i medesimi, così come il librettista, Gaetano Rossi, e l’autore della fonte letteraria, Voltaire, di cui stavolta Rossini sceglie la Tragédie di Sémiramis, un testo scritto dal francese nel 1748. Ma se Tancredi lo lanciò come grande autore, Semiramide rappresentò un punto di arrivo, non solo nella sua carriera personale ma anche nel genere dell’opera seria, che con questa creazione raggiunge, per certi versi, un vertice insuperabile.
La prima rappresentazione assoluta di Semiramide vide protagonisti Isabella Colbran, moglie del compositore, come primadonna soprano, Filippo Galli primo basso, Rosa Mariani primo contralto e John Sinclair primo tenore. Le scenografie furono disegnate da Giuseppe Borsato. Dopo un debutto tiepido, l’opera piacque sempre di più al pubblico veneziano e grande fortuna ebbe per quasi tutto l’Ottocento.
photo©LuisCondrò